Il consenso informato è necessario quando il paziente deve essere sottoposto ad intervento, non è invece necessario se l’intervento viene rinviato.
È quanto affermato dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 39084/2021
IL CASO: un uomo si sottopone ad intervento chirurgico al braccio destro, su consiglio specialistico.
Poiché dopo l’intervento avvertiva dolore e non recuperava la piena funzionalità dell’arto, l’uomo si rivolgeva ad altro specialista e si sottoponeva ad un secondo intervento, senza però risolvere il problema.
Il paziente, ritenendo che i due interventi non fossero stati ben eseguiti, agiva in giudizio nei confronti dall’Asl e dei due medici specialisti per presunta responsabilità professionale sanitaria
La domanda veniva rigettata sia in primo che in secondo grado, rilevando i giudici carenza di nesso causale tra le doglianze dell’attore e la condotta dei sanitari ed inoltre che non era stata dimostrata la carenza di informazione relativamente al primo intervento.
Il paziente ricorreva in Cassazione. Tra i motivi del ricorso, la mancanza di consenso informato in merito al differimento del primo intervento.
LA DECISIONE: gli Ermellini hanno dichiarato il ricorso INAMMISSIBILE innanzitutto perché non era stato dimostrato il nesso di causalità tra gli interventi e il danno lamentato dal paziente.
Inammissibile e infondato infine il motivo legato al Consenso informato perché “postula che vi sia diritto ad informazione per il differimento di un intervento: è atto, questo, che non implica un trattamento sanitario per l’appunto, ma un suo differimento.”