Accertamento oltre ogni ragionevole dubbio del nesso causale
Nei casi di malasanità occorre valutare il nesso di causalità rispettando la regola della ragionevole, umana certezza, tenendo conto sia delle probabilità, sia delle peculiarità del caso concreto
È quanto ribadito dalla Corte di Cassazione nella recente sentenza n. 37767/2019.
Gli Ermellini hanno ricordato che, in generale, può esserci la condanna soltanto “al di là di ogni ragionevole dubbio” e quindi se “il dato probatorio acquisito lasci fuori soltanto eventualità che, pur astrattamente formulabili e prospettabili come possibili in rerum natura, siano remote”.
Per quanto specificamente attiene i casi di responsabilità professionale sanitaria, nel valutare il nesso di causalità bisogna prima individuare tutti gli elementi che possono costituire la causa dell’evento poiché “solo la conoscenza, sotto ogni profilo fattuale e scientifico, del momento iniziale e della successiva evoluzione della patologia consente l’analisi della condotta omissiva colposa addebitata al sanitario per effettuare il giudizio controfattuale”.
Così operando, infatti, si può davvero affermare se l’evento lesivo si sarebbe evitato “oltre ogni ragionevole dubbio” qualora i medici avessero tenuto la condotta dovuta.